La località, il castello e la famiglia dei da Besozzo hanno rivestito grande importanza militare, economica e religiosa per diversi secoli.
Da Besozzo transitava la via che risalendo da sud e costeggiando il lago, si immetteva nella Valcuvia per raggiungere i passi alpini.
Nel medioevo Besozzo appartenne al territorio pievano della vicina Brebbia, dove esisteva un importante castello degli arcivescovi milanesi distrutto nel 1263 nell'ambito delle contese tra i Della Torre e Visconti e mai più ricostruito. Da quell'epoca, assunse maggiore importanza il castello di Besozzo.
Edificato nella parte alta del borgo, il castello controllava il passaggio delle strade che portavano al nord. La famiglia dei da Besozzo compare nella "Matricula Nobilium" del 1277 e nel quattrocento riceve da Facino Cane il feudo della pieve di Brebbia, riconfermato nel 1412 dal duca Filippo Maria Visconti.
L'importanza e il prestigio della famiglia resterà immutato su Besozzo e l'intera plaga sino a tutto il sec. XVIII. Nel 1574 venne sancito ufficialmente anche lo spostamento della sede pievana da Brebbia a Besozzo.
Gli edifici che costituiscono oggi il Castello sono il risultato di modifiche e sovrapposizioni avvenute nei sec. XV e XVI sul nucleo originario e più antico. Della rocca originaria restano la massiccia torre, a dominare la valle del Bardello e parti della cinta muraria che delimitava la parte superiore della collina.
L'antico fortilizio è oggi suddiviso in due dimore signorili, il Palazzo Besozzi-Cadario e il Palazzo Besozzi-Adamoli, che si affacciano entrambi sulla piazzetta della salita al Castello.
Ingresso di Palazzo Cadario
Quello a settentrione è Palazzo Cadario, il cui ingresso si presenta dominato da una grande torre rinascimentale, coronata da beccatelli e da una leggera loggia. Il portale, profilato dalla decorazione a bugnato che caratterizza l'intero edificio, porta al cortile con un elegante portico cinquecentesco dalle colonne in pietra d'Angera, mentre uno scalone d'onore conduce agli ambienti interni, in parte affrescati in età moderna. Su un pianerottolo dello scalone è murato lo stemma della famiglia Besozzi.
Stemma dei Besozzi
A fronte dell'ingresso di palazzo Cadario, un bel portale in serizzo del XVI secolo, ornato da fiori stilizzati, funge da entrata per Palazzo Adamoli, il secondo corpo dell'attuale complesso. Tracce di decorazione a graffito d'età rinascimentale si notano nell'ala di fondo del bel cortile, aperto sul lato est. Al piano nobile dell'edificio, nella parte oggi proprietà dei conti Foderati di Val d'Elsa, dormì più volte nel 1863 Giuseppe Garibaldi, ospitato dal generale Adamoli. Nell'appartamento, tra arredi d'antiquariato e oggetti da collezione, il “celebre” letto si conserva ancora: evidentemente anche comodo, perché deputato nel 1867 a ospitare, dopo Garibaldi, Giuseppe Mazzini. Nel giardino si eleva una torre, ritenuta la campanaria dell'oratorio di S. Maria in Castro, residuo del fortilizio originario.
Gli Adamoli giunsero a Besozzo all'inizio dell'800, prendendo dapprima in affitto dai conti Besozzi sia i terreni che il castello, ed in seguito diventandone i proprietari. La famiglia giunge da Varese e si insedia nel castello di Besozzo Superiore intorno al 1820: qui Domenico ricoprì la carica di sindaco, mentre il figlio Giulio fu, in tempi successivi, consigliere comunale,
Carabiniere di Genova, Garibaldino, Granatiere di Sardegna.
Per un approfondimento 'non ufficiale' sul Castello Besozzi :
http://www.adamoli.org/contributi/fichtner/index.html
In merito al soggiorno di Garibaldi, affascinante la lettura de "Il fantasma della contessa triste" di Paolo Rumiz pubblicato su Repubblica 12/8/2010
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