Castello Visconti di San Vito
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Posta su una importante via di comunicazione tra Milano e il Verbano (la "Mediolanum-Verbanus" che portava da Milano a Sesto e poi all'antica Stazzona), Somma con ogni probabilità era munita di fortificazioni sin dall'alto medioevo. Molti indizi lasciano supporre che in epoca medievale, oltre al castello Visconti, esistessero altri fortilizi. Se alcuni dubbi permangono nell'attribuire le rovine del monte Sordo, a nord-ovest del paese, a una fortificazione, è documentata la presenza in loco di un ospedale fondato nel sec. XII ed è provata l'esistenza di un altro castello al centro del paese. L'abitato di Somma era poi protetto da una cinta di mura con diverse porte di accesso, tutte abbattute sul finire del'700. Nei sec. XI e XII, la signoria di Somma era di pertinenza del monastero di San Simpliciano di Milano, che nell'881 ereditò i beni del nobile possidente sommese Guilizione, come testimonia una lapide murata nella stessa chiesa. Nel 1251 il castello di Somma è abitato da Pietro Visconti, che nel 1288 dividerà le proprietà e i diritti di sua spettanza con i nipoti Matteo e Uberto. A Uberto pervennero i beni di Somma, che rimasero per successione ereditaria ai suoi discendenti. Il nipote di Uberto, il milite Antonio figlio di Vercellino, all'inizio del quattrocento ppossedeva il castello di Somma e quello di Cislago. Nel 1420 fu signore di Somma Giovan Battista, figlio di Antonio. All'epoca della Repubblica Ambrosiana, Guido e Francesco, figli di Giovan Battista, abbandonarono Milano e si ritirarono nel castello di Somma. Francesco Sforza nominò Francesco governatore di Cremona (1453) e Guido governatore di Genova (1446). A loro si deve l'ampliamento e la trasformazione del castello.
Riunite le proprietà negli anni '50 dal marchese don Alberto Visconti di San Vito, il castello si presenta oggi come un grande quadrilatero al cui interno sono racchiusi tre corpi sviluppati intorno a tre ampi cortili con porticati e ciascuno con ingresso indipendente. All'interno, le stanze conservano l'aspetto originario. Nell'ala opposta del castello il ciclo degli affreschi prosegue con le rappresentazioni delle attività o delle età dell'uomo. Accanto alla stanza delle vanità, così chiamata per la nudità femminile velata da un rimaneggiamento successivo che troneggia sul camino, troviamo la camera del papa, ovvero di Gregorio XIV, nato proprio in questo castello da Francesco e Anna Visconti l'11 febbraio 1535. Notevole anche la torre, dove si trova una delle sale più sontuose di tutto il maniero. Si tratta della camera reale, dove troneggia un imponente letto ligneo del Seicento corredato da colonne tortili di gusto manierista. Tutto intorno è un trionfo di ricchi arredi e di dipinti che ritraggono i componenti della famiglia Visconti di San Vito. La camera era destinata ai reali d'Italia, che talora soggiornavano nel castello sommese per guidare manovre militari o dedicarsi alle battute di caccia. Interessante anche la camera da letto in cui i Visconti di San Vito dormirono fino alla fine del secolo scorso. Un'ultima sala è dedicata alla figura del conte Gabrio Casati, legato per parentela ai nobili di Somma. Stampe, quadri, fotografie ricordano la sua figura di stimato uomo politico, che partecipò ai moti risorgimentali e fu a capo del governo provvisorio della Lombardia, istituito nel 1848 in seguito alle Cinque giornate. Qui è conservata la raccolta originale delle firme dei milanesi che ne riconobbero l'autorità. Dal 1853 al 1860 Casati ricoprì la carica di ministro della pubblica istruzione, facendosi ricordare per il famoso decreto (la legge Casati, appunto) che stabiliva l'obbligo di istruzione elementare per tutti i bambini. Bisogna inoltre ricordare la Biblioteca con i suoi 30.000 volumi e la Cappella consacrata alla Vergine dove si ammira una pala del Cerano con l'Apparizione dell'Angelo a Maria. Dopo la scomparsa nel 1997 dell'ultimo discendente dei Visconti di San Vito, il castello è attualmente gestito dalla Fondazione Visconti di San Vito, presieduta da Gaetano Galeone, che ne promuove e valorizza la conoscenza e lo studio.
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Cesare Cantù - Grande illustrazione del Lombardo-Veneto - 1858
Foto di Rosanna Carbone
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Aprile 2017 - Tradizionale 'Festa al Castello'
Foto di Pietro Volonté