Il torrente Acquanera scorre nei territori di Biandronno, Bregano, Brebbia e Ispra e segna il confine naturale tra i comuni di Travedona Monate e Malgesso.
Emissario del Lago di Monate dopo 12 km circa di andamento sinuoso si getta nel Lago Maggiore. I tratti più sfruttati per l'insediamento di mulini ad acqua sono quelli di Travedona e di Ispra. Nel 1844 Travedona contava ben sette mulini e ad Ispra c'erano il mulino dei Boschi e il 'Mulinetto' o mulino dei Vedani.
I mulini di Travedona, di cui oggi non rimane traccia, erano curiosamente nominati Molino Primo o di Cima (casa con due rodigini di Corti Modesto), Mulino Secondo o di mezzo (casa con molino e pista di tre rodigini di Corti Gio Q.m Modesto), Molino Terzo (casa con molino di tre rodigini uno dei quali serve la pista dei livellari del conte Pietro Besozzi), Molino delle Valli o molino Piane (casa con molino e pista di due rodigini di Moretti), Molino Quarto. L'ultimo a cessare l'attività fu il Molino Terzo, nel 1985, che era anche l'unico ad avere una ruota di ferro a palette, azionata da sotto.
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Mulino Franzetti o Mattée
Il mulino è collocato al piano terra di un grande edificio a due piani, raggiungibile percorrendo una strada nei boschi in territorio di Malgesso, dopo aver lasciato la strada principale che collega i nuclei di Travedona e Brebbia, ed era mosso dalle acque del torrente Acquanera.
Gli spazi interni sono stati ristrutturati ma all’esterno rimane la grande ruota in ferro a palette ricurve. Le opere di presa consistevano in una diga di sbarramento con relativa deviazione in un canale di carico della lunghezza di circa venti metri; in una ruota idraulica di ferro a schiaffo del diametro di 5 metri, che animava, attraverso un congegno moltiplicatore, le macine del mulino. All'interno, in quella che era la sala macine, sono state conservate le due macine da cereali che, come accadeva in tutti i mulini della zona, venivano utilizzate una per macinare la farina della polenta e l’altra per la farina bianca.
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Mulino dei Boschi
tratta da Miozzi 'Antichi mulini con opificio' - ed. Macchione 2003 Il primo mulino che si incontra in territorio di Ispra è il mulino dei Boschi, di proprietà della sig.a Luigia De Bolla ved. Caravati. Descritto per la prima volta nel cessato catasto (1873) ha continuato a macinare sino a pochi decenni or sono. Probabilmente era tra i più grandi della zona.
Il mulino, visitabile su richiesta, è ancora di proprietà della famiglia Caravati. Oltre alla grande ruota di ferro a palette ricurve, all'interno sono conservate due grandi macine (una per la farina gialla per la polenta e l'altra per farine bianche) con cassone per raccogliere il macinato, le tramogge, il setaccio per la polenta, la gru per sollevare le macine, la mola per affilare gli attrezzi agricoli anch'essa collegata mediante una cinghia alla ruota esterna.
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Mulino di Cassano
Ad Ispra, in posizione isolata, tra prati e brughiere, si notano le rovine di quello che in origine doveva essere un mulino, poi trasformato in cartiera, ed infine sino al 1921 in fabbrica per la produzione di 'fecole e affini'.
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Molinetto - "Murinett"
tratta da Miozzi 'Antichi mulini con opificio' - ed. Macchione 2003 Nel Cessato Catasto Lombardo Veneto (1873) viene indicato come "mulino da grano ad acqua ed annessa casa colonica" di proprietà di Vedani Antonio Maria, livellario di Borromeo Arese conte Renato. Nell'800 la proprietà passa alla famiglia Caravati.
Oggi, l'edificio, modificato più volte, è adibito ad abitazione; restano comunque visibili la grande ruota e la sala delle macine, con due macine (una per la farina gialla per la polenta e l'altra per farine bianche) ancora ben conservate. . |