Cuasso al Monte è un comune della provincia di Varese con 3.560 abitanti. Il suo nome è di possibile origine medievale: secondo alcune ipotesi, infatti, deriverebbe da Locus Cuvaxi (luogo del covo). Il termine Cuvax potrebbe essere il risultato della fusione tra il latino covum (covo, rifugio) ed il germanico latinizzato Sachsum-i. Quest’ultimo, evoluzione del termine Saxo-onis (che vuol dire sassone o “uomo di spada”), si lega alla radice germanica Sachs-i, presente nell’alto tedesco antico. Il nome originario potrebbe quindi essere Locus Covi Sachsi, traducibile come “luogo del covo della spada/dei Sassoni”, suggerendo la presenza di una struttura militare, come un castello. Questa interpretazione richiama il possibile ruolo strategico del borgo in passato, forse legato ad insediamenti fortificati e/o alla presenza di gruppi germanici nell’area.
Il comune si estende su una superficie di circa 16,43 km² ai piedi del Monte Piambello, con un’altitudine che varia tra i 274 e i 1129 metri sul livello del mare, determinando un’escursione altimetrica di 855 metri. Il territorio è caratterizzato da una conformazione geografica particolare: una stretta striscia di terra, condivisa con i comuni di Brusimpiano e Porto Ceresio, lo separa dal Lago di Lugano. Dal punto di vista idrografico, il comune appartiene al bacino principale del Lago Maggiore ed a quello secondario del Lago di Lugano. Inoltre, si affaccia sulle sponde del Ceresio, ma non ne è bagnato. L’area offre un ambiente naturale ricco e variegato, con rilievi collinari e montuosi che favoriscono attività escursionistiche e panorami suggestivi. Cuasso al Monte è suddiviso in diverse frazioni: Cuasso al Piano (a sua volta suddivisa in Cuasso al piano di Sotto e Cuasso al Piano di Sopra), Cavagnano, Cuasso al Lago e Borgnana. Tutte le località sono caratterizzate da edifici realizzati con porfido quarzifero di Cuasso, una peculiare pietra dal colore tendente al rosa.
Cenni storici
Cuasso al Monte ha radici che risalgono all’epoca romana. Già nel 1200 si parlava di Focus Cuvax, termine che indicava la rocca costruita dai Longobardi su preesistenti strutture romane per proteggere la valle.
Nel 1574, durante la visita pastorale di San Carlo Borromeo, Cuasso al Monte contava 167 abitanti distribuiti in 30 focolari familiari, mentre Cuasso al Piano ne aveva 176 in 33 focolari. Nel 1687, con la visita di Federico Visconti, la popolazione aumentò rispettivamente a 622 e 416 abitanti. Nel 1751, entrambe le località erano amministrativamente autonome e il territorio era infeudato al conte Giulio Visconti Borromeo Arese. La governance era affidata a un podestà residente ad Arcisate e a un sindaco/cancelliere del paese.
Nel 1807, Cuasso fu aggregato al comune di Porto, ma dopo pochi anni i due enti si separarono nuovamente. Il 12 febbraio 1816, il comune entrò nel distretto XIX di Arcisate e il 19 marzo 1821 assunse ufficialmente il nome di Cuasso al Monte, con l’elezione del primo consiglio comunale. Nel 1853 la popolazione era di 1.499 abitanti, saliti a 1.641 dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna.
Nel 1757, con un editto, Cuasso al Monte e Cuasso al Piano furono unificati, entrando prima nella provincia austriaca di Gallarate (1786), poi in quella di Milano (1791). Il comune aveva un’amministrazione particolare: tre sindaci eletti ogni tre anni nelle pubbliche piazze.
Nel 1971, la popolazione raggiunse i 2.378 abitanti. Infine, il 5 marzo 1985, il rione San Pietro fu distaccato e aggregato a Porto Ceresio.
Cosa vedere
Castello di Cuasso
Il castello di Cuasso, fondato in epoca altomedievale, occupa l’intero crinale della collina che ha dato il nome al comune. Oggi ne restano solo imponenti ruderi, con un’area di circa 3500 m² ed un perimetro di 400 metri. Durante gli scavi degli anni ’70, sono stati trovati oggetti longobardi ed una moneta inglese del X secolo, che testimoniano il passaggio lungo la Via Francigena.
Oratorio di Maria dei Campi
Noto anche come chiesa di Madonna in Campagna, l’oratorio di Maria dei Campi sorgeva originariamente come altare dedicato alla Beata Vergine, probabilmente su un sito di culto romano. Tra il 1675 e il 1691 fu eretta una chiesa a navata unica, decorata con affreschi religiosi. Oggi qui si tengono molteplici funzioni religiose, tra cui la recita del rosario e la Santa Messa domenicale.
Chiesa della Beata Vergine Immacolata
Nella frazione di Borgnana, su un piccolo poggio, si trova la chiesa della Beata Vergine Immacolata, originariamente dedicata alla Madonna dell’Oro. Il piccolo edificio presenta una pianta interessante, con una campata quadrata che conduce a un’aula rotonda. Il campanile, sormontato dalla statua della Madonna, si innalza dal coro. La facciata a capanna è decorata da un affresco della Beata Vergine.
Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio
La chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, situata nel centro di Cuasso al Monte, fu costruita su ordine del cardinale Carlo Borromeo nel 1574 e consacrata nel 1578. Inizialmente composta da una navata con cappelle laterali, nel tempo ha subito diverse modifiche, come l’aggiunta di cappelle nel 1893 e di stucchi nel 1920. Il campanile fu ricostruito nel 1908 e nel 1936 fu rifatta la facciata. La chiesa ospita ogni sette anni la festa della Madonna di Caravaggio, con una processione che percorre le vie del paese.
Palazzo Sabajno
Palazzo Sabajno, residenza della famiglia milanese omonima, fu costruito nel Settecento. La famiglia frequentava Cuasso al Monte sin dal 1500, attratta dalla vicinanza al lago Ceresio e decise di stabilirvi la residenza. Il palazzo, situato tra via Sabajno e via San Carlo, era circondato da un ampio parco e decorato con affreschi, stucchi e pavimenti, oggi in gran parte perduti.
Una curiosità su Cuasso al Monte
Il territorio di Cuasso al Monte è noto per la presenza di porfido rosso, una varietà unica al mondo per colore, durezza e resistenza agli agenti atmosferici. Questo materiale pregiato è stato estratto per secoli dagli abitanti del territorio, diventando nel tempo un’importante risorsa per l’edilizia a livello internazionale. Tra le numerose cave di estrazione sorte negli anni, oggi è ancora operativa la cava Bonomi, in attività dal 1950. A testimonianza dell’antica tradizione estrattiva, anche il castello del paese è costruito con questo porfido, segno dell’importanza storica e culturale della pietra nel territorio di Cuasso al Monte