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Sorge nella zona sud-est della Provincia di Varese, al confine
con la Provincia di Como. Il suo territorio si presenta pianeggiante
nella parte occidentale e collinoso in quella orientale, immersa
nel verde del Parco Naturale
della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, antica zona di caccia di Sforza e Visconti.
Il toponimo è incerto: potrebbe derivare dal romano 'Tradatum' oppure, come sostiene l'Olivieri dal germanico 'Teuderat', divenuto 'Tederate' nel Codex Longobardorum, la raccolta di leggi longobarde, emanate da Re Rotàri (Re d’Italia dal 636 al 652) nel 643.
La prima citazione documentata di Tradate risale al 1141, allorché un certo Alberto Fava de loco Tradate viene chiamato come testimone nella vertenza tra la badessa del monastero di S. Maria a Cairate e Fiore, Preposto di S. Bartolomeo al Bosco per una chiusa sull'Olona.
Numerosi reperti di epoca romana, attestano l'esistenza del borgo
che si sviluppò in epoca romana grazie alla strada che risaliva
l'Olona per raggiungere Varese e i valichi alpini, la Mediolanum-Bilitio (Milano-Bellinzona).
Non si hanno
invece notizie per l'epoca medievale; sembrerebbe tuttavia che godesse di maggiore importanza il vicino borgo di Abbiate Guazzone, sede di un castello distrutto nel 1071 dai Milanesi.
Foto di Antonio Filippi
Nel 1277 l'arcivescovo di Milano Ottone Visconti cedette i possedimenti
in Tradate appartenuti alla chiesa capitolare di San Bartolomeo al
Bosco, situata tra Appiano Gentile e Tradate, ai canonici del Duomo,
che li passarono nel 1297 a Briano Pusterla.
I Pusterla,
valvassori sin dal secolo IX, vennero nominati Conti nel 1210, sullo
stemma portavano l'aquila imperiale (riproposta nello stemma di Tradate) e a Milano nel XIII sec. erano
tra le 200 famiglie nobili con diritto di entrare nel Capitolo degli
Ordinari. Il ramo dei Pusterla che si stabilì a Tradate,
intorno alla metà del 1300, eresse un castello, di cui restano soltanto un tratto delle
mura e una torre mozzata, trasformato poi in villa. Il matrimonio di Anna Cecilia Francesca Pusterla con Giuseppe Melzi Malingegni, celebrato il 24 ottobre 1753, segna la fine della genealogia della famiglia Pusterla di Tradate.
Dal 1814 ai
Pusterla subentrarono i Melzi Malingegni, che usarono il castello come luogo di villeggiatura. Quando l'ultima discendente dei Melzi, Barbara, si fece suora canossiana, l'edificio venne utilizzato come ospizio e educandato per le giovani.
Palazzo Pusterla e Santa Maria in Castello
Foto di fil@va
Nel 1482 Margherita Pusterla, badessa delle monache di Torba, ottenne
dallo zio Umbertetto Pusterla una proprietà accanto alla chiesa
del Santo Sepolcro dove trasferirsi con le sue monache, dato che Torba
era diventata disagevole; sorse così il convento del Santo
Sepolcro, adibito ad abitazione privata quando la comunità venne soppressa. La chiesa del Santo Sepolcro venne demolita nel secolo
scorso per rettificare la strada che vi passava accanto.
Nel 1510 Tradate venne distrutta da un incendio appiccato dai mercenari svizzeri al soldo dei francesi nella guerra per il dominio sul Ducato di Milano.
Nel 1511 si trasferirono a Tradate i padri del monastero dei Servi
di Maria di Milano che edificarono degli edifici su un terreno donato
loro da Ercole Pusterla, accanto alla chiesa di San Salvatore, oggi
del SS. Crocefisso.
Nel 1642 arrivarono i frati Cappuccini che edificarono il proprio
convento su un terreno donato dal marchese Matteo Biumi, sul colle Oliveto, vicino alla propria residenza.
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Ex Convento del Santo Crocifisso
Foto di Mario Bernocchi
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Nel 1653 i tradatesi evitarono l'infeudazione al marchese Cesare
Visconti, pagando di tasca propria la 'redenzione', cioè
il privilegio di non essere infeudati. A quell'epoca vivevano in
Tradate 170 famiglie contro le 70 di Lonate, le 65 di Abbiate Guazzone
e le 21 di Vico Seprio.
Dalla seconda metà del settecento, Tradate si svilluppò
come centro agricolo, con un mercato settimanale di bestiame. Sorsero
poi le prime industrie tessili per la lavorazione del cotone, del
fustagno e della seta.
Nel 1905 si insediava lo stabilimento Frera
- biciclette e motociclette.
Grazie all'unione col vicino paese di Abbiate Guazzone, Tradate
divenne città nel 1957. L'importanza che ebbe la coltura della vite nell'attività agricola di Abbiate è testimoniata dall'averla inserita nello stemma comunale. Sino all'inizio del '900, estesi vigneti ricoprivano le colline circostanti e già nel '300 esisteva la chiesa di Santa Maria alle Vigne.
Nel febbraio 1878 entrò in funzione l'ippovia Milano-Saronno-Tradate; ma già nell'estate dello stesso anno si passò all'esercizio con trazione a vapore, dato che la trazione equina si era rivelata inadatta a un esercizio prettamente extraurbano, con fermate così distanziate.
Nel 1879 fu attivata la linea ferroviaria Milano-Saronno, gestita dalle Ferrovie Nord Milano, che seguiva da presso il tracciato della tranvia e, indirettamente, ne decretò la chiusura.
A Tradate hanno sede il GAT (Gruppo Astronomico Tradatese, 1974) e il FOAM13 (Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate 'Messier 13', 1997) entrambi impegnati a livello internazionale nello studio e nella divulgazione scientifica dell'astonomia.
Da vedere:
- il CASTELLO PUSTERLA MELZI, posto su un'altura a est di Tradate, sopra la valle dell'Olona, ha oggi l'aspetto di un palazzo signorile secentesco che poco ha conservato della sua storia medievale e rinascimentale. L'edificazione del castello, che probabilmente sostituì un antico forte medievale, e della contigua chiesa di Santa Maria in Castello, ricavata dalla ristrutturazione di una cappella preesistente, si devono nel 1300 a Guglielmo Pusterla, arcivescovo di Milano, e al nipote Tommaso, vescovo di Brescia.
Dell'antico castello rimane solo una porzione di mura esterne, visibile da via Melzi. Oggi l’edificio ospita un convento delle Madri Canossiane.
A ricordare l’importanza dei Pusterla restano l’imponenza del complesso, il grande giardino all’italiana, alcuni saloni affrescati, tra i quali si distingue il Salone delle Feste, con le pareti interamente affrescate da artisti attivi nella seconda metà del ‘600. Nella parte alta del salone, chiuso da un soffitto ligneo decorato, corre una balconata in ferro battuto che introduce a tre ambienti affrescati con scene bucoliche e di vita delle famiglie nobili. Nella parte settentrionale del palazzo è conservata una serie di dipinti che rendono omaggio alle personalità di spicco del casato dei Pusterla a partire dal XII secolo.
Dai Pusterla ai Melzi - Il palazzo di Tradate e la quadreria di Legnano - Istituto Canossiano Barbara Melzi
- la CHIESA DI SANTA MARIA IN CASTELLO, eretta al tempo del castello, probabilmente sopra una preesistente cappella alla Vergine. Della struttura originale non è rimasto nulla, poiché nel corso dei secoli, la chiesa, come il castello, fu notevolmente rimaneggiata e completamente riedificata nel 1879 da Barbara Melzi.
La chiesa conserva comunque opere antecedenti la sua ultima riedificazione, la principale delle quali è l´Arca di Tommaso Pusterla, che da monumento funebre è oggi utilizzata come pala dell´altare. L´opera, risalente alla fine del XIV secolo, è stata realizzata in marmo bianco ed è attribuita ai maestri della Scuola Campionese.
Foto di Stefania Cagnin
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- il SANTUARIO DEL SANTO CROCEFISSO. Le prime notizie certe risalgono al XII secolo, anche se molti ritengono esistesse già un edificio religioso nel X sec. Nel 1297 la chiesa, allora dedicata a San Salvatore, risulta di proprietà della famiglia Pusterla che nel 1578 ne curò la ricostruzione essendo l'edificio legato al convento dei Servi di Maria.
Nel 1770, quando, per disposizioni delle autorità austriache, il Convento dei Servi di Maria venne soppresso e il Santuario posto in vendita, i cittadini tradatesi si fecero carico del mantenimento della chiesa, mentre il convento, che ancora oggi é visibile alla destra del santuario, divenne un´abitazione privata. Sembra che fu proprio in quella occasione che la chiesa, che fino ad allora era stata chiamata Chiesa di San Salvatore, assunse la denominazione di "Santuario del Santo Crocefisso".
Il Santuario ha subito diversi interventi di restauro, l´ultimo dei quali nel 1983, quando vennero accuratamente restaurati e ristrutturati sia la chiesa stessa che il campanile risalente all´inizio del XIX secolo.
All'interno, affreschi del Morazzone (1571-1621) e di Pietro Cortellezzi (1898-1978) e arredi dell'antica chiesa di proprietà della famiglia Pusterla, un pulpito in legno finemente intagliato ed un antico organo del “700 dei Biroldi, maestri organari varesini.
Nella nicchia centrale sopra l’altare maggiore, settecentesco, in marmi policromi con capitelli e fregi dorati, è conservato il Crocifisso ligneo del '300 venerato come miracoloso e una statua raffigurante la Madonna Addolorata.
- la PREPOSITURALE DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE: le prime citazioni risalgono al 1150 indicata come chiesa facente parte del vicariato del Seprio e poi confermata dal Liber Notitiae di Goffredo Bussero.
Il corpo attuale della parrocchiale riflette le diverse modifiche nel corso dei secoli e della struttura cinquecentescarestano le cappelle laterali di Sant’Antonio da Padova e San Giuseppe.
Nel 1530 venne ultimato il campanile, sopraelevato tra il 1731 ed il 1749. Nel 1863 si decise di ampliare la chiesa e i lavori progettati dall'ingegnere Enrico Terzaghi di Milano. Le decorazioni interne vennero eseguite nel 1892-93.
Un secondo ampliamento venne realizzato nel 1960-66.
Nel transetto si trovano stacchi di affreschi rinascimentali provenienti da altre chiese e una pregevole tela di Fermo Stella (1558) che rappresenta Sant’Antonio Abate tra i Santi Stefano, Bernardo, Ambrogio e Gerolamo. La struttura che ospita il tabernacolo, così come l’ambone sono frutto del rimontaggio di porzioni dell'altare antico.
Sulle volte affreschi di Attilio Pusterla, Ambrogio Alciati, Torildo Conconi, Govanni Sottocornola e Antonio Mayer.
La facciata ...
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...e il lato absidale
Foto di Stefania Cagnin
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- la CHIESA DI SAN BERNARDO, al confine con Lonate Ceppino, eretta nel 1686 incorporando probabilmente una preesistente cappella, da cui proviene l'affresco al centro dell'abside raffigurante San Bernardo e datato 1522. Nel 1982 è stato rimosso l'altare ottocentesco precedente ed è stata introdotta una mensa in noce tutt'ora in funzione.
Foto di Roberto Sivieri
- la CHIESETTA DELLA BEATA VERGINE ASSUNTA o chiesetta dell'Allodola (dal nome del rione cui appartiene), edificata come 'Oratorio dell'Assunta' intorno al 1819 presumbilmente a seguito della demolizione del Convento dei Cappuccini che sorgeva sul Monte Oliveto (oggi terreni dell´ex
proprietà dei marchesi Citterio), per disposizioni del Regio Governo Napoleonico.
La tradizione orale racconta che le
comunità dei dintorni si contendevano l´altare e le decorazioni della chiesa dell´ex convento e che si
decise di caricare queste opere su un carro trainato da buoi e, dove gli animali si fossero fermati, lì si
sarebbe costruito una nuova chiesa. L'interno, spoglio e molto semplice, pone in risalto lo splendido affresco collocato sopra l'altare raffigurante l'"Assunzione della Vergine", opera del XVIII secolo attribuita al Ronchelli, originariamente conservato nella chiesa dell'ex convento. Centrale è la figura della Madonna che collocata su un nuvola e illuminata da uno sfondo dorato e affiancata da due angeli, con sguardo devoto assorge al regno dei cieli.
- il SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE VIGNE, nei pressi del cimitero di Abbiate, già esistente nel 1223 con la denominazione Chiesa di Santa Maria Nascente e all'epoca danneggiata dal terremoto di Brescia del 25 dicembre 1222.
Secondo le cronache nel '600 i Nobili della terra di Abbià Guazzone ricostruirono la navata e il portico della chiesa per salvaguardare i preziosi affreschi dell'abside, databili tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.
Foto di Antonio Filippi
L'esistenza di questa chiesa testimonia l'importanza che ebbe la coltura della vite nell'attività agricola di Abbiate - tanto da averla inserita nello stemma comunale di Tradate.
Sino all'inizio del '900, estesi vigneti ricoprivano le colline circostanti e nel 2009 il Comune di Tradate ha acquistato il terreno situato alle spalle del Santuario e vi ha impiantato un vigneto didattico nel rispetto di una tradizione passata e ancora viva nella memoria.
- la CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO, ad Abbiate, edificata su una cappella preesistente risalente all'XI secolo. All'interno sono conservate alcune opere in legno policromo della prima metà del XVI secolo, un fonte battesimale in marmo rosa e rame del 1890, un dipinto, olio su tela, del XVIII secolo, un affresco del Morgari eseguito alla fine del XIX secolo e un organo del XVIII secolo ancora oggi funzionante.
La chiesa dei SS. Pietro e Paolo, era sede nel '300, di un Capitolo di Canonici, cui facevano parte la chiesa di Santa Maria alle Vigne, la chiesa di San Fedele, la chiesa di Santo Stefano e la chiesa di San Nazaro.
Foto di Rosanna Carbone
- il PARCO DI VILLA INZOLI: una grande area verde di 16 mila metri quadri messa a disposizione della città, inaugurata il 22 aprile 2012.
Villa Inzoli è un edificio risalente al Settecento, già presente nel “catasto Teresiano” del 1746. La costruzione fin dall’origine aveva la forma ad L e dimensioni simili a quelle attuali. Successivamente dal “catasto Veneto” risultava una casa di villeggiatura di 1.580 metri quadrati con annessi il giardino, il parco, il ronco e l’aratorio. Nel 1938 l’intestatario della proprietà è Giovanni Inzoli – Bretteri.
Foto di Stefania Cagnin
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Foto di Alessandra Boccalatte
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Foto di Stefania Cagnin
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Nel 2011 il comune ha acquisito la proprietà di Villa Inzoli, che comprende, oltre alla villa di circa 1.000 metri quadrati un maestoso parco di circa 16.000 metri quadrati con piante secolari. Nel parco si possono ammirare dei magnifici cedri secolari, che insieme a due gigantesche sequoie vecchie di 120 anni, non hanno eguali in tutta la regione.
- il PARCO DI VILLA CENTENARI, che domina la collina di Abbiate Guazzone, ora patrimonio comunale, ospita il Centro Anziani, un orto botanico e un parco giochi.
- VILLA SOPRANZI, situata alla sommità della collina, in prossimità del Castello Pusterla Melzi, in posizione dominante. Vi si accede con una strada a curve volutamente studiata per far sì che il visitatore possa ammirare la villa da diverse posizioni.
Fin dal XVII secolo la villa risulta appartenere ai Sopranzi, una famiglia patrizia milanese, che nel 1850 procedette ad una completa ristrutturazione degli ambienti interni e delle facciate affidando i lavori ad un noto architetto del tempo, Giuseppe Jappelli.
A seguito di questi lavori, la villa assunse l´aspetto di un castello di stile Neo-Gotico. In quel periodo vennero realizzate anche le due cappelle con gli affreschi della "Deposizione" opera di Giovanni Valtorta e della"Resurrezione" opera di Pietro Cortellezzi, un tempo all´imboccatura del viale di accesso alla villa oggi inizio dell´attuale tracciato di via Sopranzi.
Nel 1863 la villa venne acquistata dal conte Nicola Concina, il quale fece sistemare il vasto parco circostante la villa, inserendovi anche nuove costruzioni. Nel 1877, la proprietà passò alla famiglia Stroppa che ne rimase in possesso fino al 1930, anno in cui l´edificio ed il parco vennero venduti al Comune di Tradate.
Nel periodo bellico la villa venne requisita per ospitarvi ill Terzo Battaglione di Sanità (1942) e successivamente una scuola di paracadutismo. Alla fine della II Guerra Mondiale i militari rimasero asserragliati in armi nel castello anche dopo la caduta della Repubblica Sociale Italiana, evacuando l´edificio solo il 28 aprile 1945.
Nel 1949, l´Amministrazione Comunale vendette il parco e la villa alla Congregazione dei Padri Pavoniani che ancora oggi ne é proprietaria
e che vi ha installato una scuola primaria di secondo grado (scuola media).
Villa Sopranzi ...ieri
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... e com'é oggi |
- il CENTRO FRERA - MUSEO DELLA MOTOCICLETTA FRERA - Sorge negli stessi locali un tempo sede della storica fabbrica fondata nel 1905 dall'imprenditore Corrado Frera. Il vecchio stabile, acquistato dal Comune di Tradate, fu ristrutturato ed ora è sede del polo culturale comprendente la “Biblioteca”, il “Museo della Stampa” ed il “Museo della Motocicletta Frera”: in tale moderno complesso, noto come CENTRO FRERA vengono organizzate anche molte e importanti manifestazioni culturali.
Foto di Lucia Crinò
- MUSEO FISOGNI della stazione di servizio raccoglie oltre 5000 pezzi di archeologia industriale collezionati da Guido Fisogni.
La collezione non conta solo distributori di benzina ma anche ogni oggetto concernente le stazioni di rifornimento: globi, latte, targhe pubblicitarie, compressori, estintori, attrezzi, gadgets, giocattoli e fotografie.
Foto di Andrea Provenza
Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia
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- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Tradate
- Per un approfondimento sulla storia di Tradate 'Tradate e la sua storia' di Ernesto Restelli
- Dai Pusterla ai Melzi - Il palazzo di Tradate e la quadreria di Legnano - Istituto Canossiano Barbara Melzi
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Prepositurale di Santo Stefano
Foto di fil@va
Madonna delle vigne
Foto di Mauro Limido
Campo di colza
Foto di Lucia Crinò
via Pindemonte ..la meridiana e chiesa del Santo Crocifisso
Foto di Rosanna Carbone
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Vicolo Pusterla
Foto di Santo Zappalà
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Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:
ABBIATE GUAZZONE era forte per un castello rovinato nel 1071, quando i Milanesi erano venuti all'assedio di Castiglione. Era qui una collegiata col proposto ed alcuni canonici, che furono poi da s. Carlo uniti alla collegiata di s. Tommaso in Terramara di Milano.
TRADATE, amenissimo borgo, deggno d'essere metrocomia, ornato di palazzi, copioso di chiese, col monastero una volta de' Cappuccini ed un chiostro di Benedettine. Mostra ancora sul colle gli avanzi del suo antico castello. L'arcivescovo Ottone aveva qui dei fondi, che donò agli Ordinarj, i quali nel 1297 ne investirono il signor Biriano Pusterla insieme con una casa e chiesa situata in un luogo detto in Capite Villae, probabilmente dove sottentrarono poi i Serviti, che vennero soppressi.
La famiglia Pusterla, che qui abitò ab antiquo, era delle più nobili, e nel 1310 Guglielmo Pusterla è intitolato il maggiore di tutti i nobili di Milano. Secondo alcuni eruditi, discese questa famiglia dai Longobardi: ebbe in feudo da Ottone IV la città di Asti. Anselmo V, nostro arcivescovo nel 1126, era di questa famiglia. La parrocchiale sotto il titolo di s. Stefano è assai vaga.
Cresciuta la popolazione in questo dilettevole borgo, che dalla pianura si estende vagamente sopra di un colle, ora la parrocchiale quasi non basta a contenerla tutta. Vi fioriva un tempo e fiorisce ancora la famiglia Biumi, come dall'iscrizione, che a stento ora leggesi, corrosa dalle intemperi, sul muro dell'orto de' soppressi cappuccini: SIBI ETVXORI VNICAE VT INTER SERAPHICI PATRES FALLES FILIORVMQ PRECES VIRGINIS DEIPARAE PATROCINIO AD COELESTEM CONVOLET GLORIAM SPIRITVS REDITVRI SERVENTVR CINERES DOMO TEMPLO TVMVLO EXTRVCTIS SINGVLARI PATRVM STVDIO HIC SEDEM LEGIT ET MACTVS EST MATTHAEVS BIMIVS REGIVS QVAESTOR CONSIL SENATOR IN AVLA CATHOLICA SVPREMI ITAL CON REGENS DIE XXVIII SEPT. ANNO MDCXXXXVI.
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